USO CORRENTE DEI PERFIN

AFFRANCATURE DI PREGIO

 


 

Prima dell’uscita nel 1988 del catalogo Cerruto sui perfin italiani, il collezionismo di francobolli perforati era pressoché inesistente, salvo per quanto riguarda i Francalettere, e un paio d’altre perforazioni incluse tradizionalmente nei cataloghi. Bisogna ricordare che già nel 1979, con un articolo pubblicato sul n. 30 di “Cronaca Filatelica”, i noti studiosi Filanci e Angellieri rivolgevano l’invito ai compilatori di cataloghi a riconoscere pari dignità a tutti i francobolli perforati, Francalettere compresi, data la loro origine e natura privata, assolutamente uguale per tutti i perfin. Non ostante l’evidenza, l’invito è stato colto solo marginalmente per il momento, sebbene da quel tempo siano già passati venticinque anni! In ogni caso, dopo il catalogo Cerruto qualche cosa si è mossa, perché si è cominciato a non buttare più via francobolli perforati e documenti affrancati con perfin come si faceva prima, ma a metterli da parte, in attesa degli eventi.Sono anche apparse all’estero, dove il collezionismo di perfin era già diffuso da molti anni, un paio di lodevoli tentativi di catalogazione dei perforati italiani, e da noi (nel 1995) uno studio un po’ maniacale del Mascellaro sulle perforazioni, esaminate “al microscopio”. Infine, nel 2000, è stato pubblicato da Vaccari il “Catalogo dei perfin italiani” (compilato dall’estensore di questo scritto, e dal compianto Architetto Beppe Ermentini), che ha gettato le basi per uno studio organico e approfondito del fenomeno.Tale studio continua da parte del sottoscritto coadiuvato da un gruppo d’amici appassionati del settore, la cui azione comune ha consentito di redigere un nutrito aggiornamento al catalogo del 2000, che Vaccari ha meritoriamente pubblicato lo scorso maggio, anche per onorare la memoria dell’indimenticabile fraterno amico scomparso. A seguito delle suddette iniziative, negli ultimi anni si è notato un progressivo aumento d’interesse per i perfin italiani, e si è affinato il modo di collezionarli, anche se in linea di massima la collezione mira alla ricerca di sigle nuove e inedite, e all’individuazione dei numerosi utilizzatori del passato di francobolli perforati.
Ovviamente, una collezione di perfin può essere impostata in vari modi ma, come detto, ognuno tende a raggiungere la completezza delle sigle esistenti, senza badare troppo ai francobolli. A tale proposito c’è da rilevare che la grande maggioranza di perfin è rappresentata da francobolli comuni, di basso valore facciale, perché erano perforati di preferenza i valori delle serie ordinarie, vale a dire quelli che le ditte usavano tutti i giorni per la normale corrispondenza. Si trattava in prevalenza dei valori corrispondenti alla tariffa delle lettere e delle stampe, di cui ciascuna azienda teneva scorte per le specifiche esigenze connesse all’attività e al volume di posta giornaliero, che venivano perforate a scopo precauzionale per contrastare possibili furti ed usi non autorizzati. (Fig.1)

 

 

Fig. 1 - Frontespizio di grande busta della Banca Italiana di Sconto di Firenze (ex Credito Provinciale) assicurata per 300 lire, spedita a Mantova il 19.11.17 e affrancata per lire 16,75 con 16 francobolli da 1 lira serie Floreale + 50c. e 25c. Michetti, tutti perforati C.P. (C93). La tariffa corrisponde ad un’assicurata per l’interno di 82 porti (1.230 grammi), affrancata in difetto di 5c. (potrebbe aver perso un francobollo).

 

I francobolli commemorativi, e quelli per i servizi aggiuntivi (espressi e posta aerea) sono stati anch’essi occasionalmente perforati (almeno quelli messi normalmente in vendita a tutti gli sportelli), ma sono una minoranza rispetto ai francobolli delle serie ordinarie. La stessa cosa si può affermare per i francobolli pubblicitari, anche perché usati per breve tempo, e per gli speciali francobolli per pacchi postali e pacchi in concessione, dato l’impiego assai ridotto in confronto ai normali francobolli. (Fig.2)

Fig. 2 - Busta del Credito Italiano di Palermo spedita a New York il 27.11.24 - affrancata per lire 1,50 (2° porto lettera ordinaria per l’estero) con 1 lira serie Floreale + pubblicitario De Montel da 50c. entrambi i francobolli perforati C.I. (C67). I pubblicitari non si sarebbero potuti usare per l’estero, se non asportando l’appendice pubblicitaria. In questo caso (che è anche la prima data nota d’uso del francobollo), è stato tracciato un segnaccio a matita (poco visibile) sulla pubblicità, con l’intento d’invalidarla.

Per contro, le marche di recapito autorizzato sono state perforate largamente, soprattutto dalle banche, mentre finora non sono stati osservati perfin di posta pneumatica. Naturalmente, se alcune categorie di francobolli staccati sono di non facile reperimento, sarà ancora più difficile trovarli ancora applicati ai documenti d’origine, e proprio di questi ultimi vogliamo occuparci. Per quanto riguarda i francobolli di posta aerea, va osservato che spesso gli stessi non sono stati perforati, anche se le aziende che li hanno usati affrancavano correntemente con perfin. È piuttosto frequente osservare buste viaggiate per via aerea, nelle quali i francobolli ordinari sono perforati e quelli di posta aerea non lo sono. (Fig.3)

Fig. 3 - Busta della S.A.I.M.A. Innocente Mangili Adriatica di Genova spedita a Buenos Aires per via aerea il 5.5.38 - affrancata per 13 lire complessive, con una quartina del lire 1,25 Imperiale + posta aerea da 1, 2 e 5 lire del 1930. Soltanto la quartina è perforata I.M.A (I35), mentre i francobolli di posta aerea non sono forati.

È possibile che le ditte non tenessero scorte di francobolli di posta aerea, sia perché se ne poteva fare a meno, e anche per la difficoltà di calcolare la giusta tariffa, variabile per destinazione e peso delle missive. Probabilmente accadeva che in ufficio i fattorini affrancassero gli aerogrammi per la tariffa ordinaria coi perfin in dotazione, mentre la sopratassa aerea era calcolata dalle poste al momento della presentazione delle lettere allo sportello per la spedizione. In tal caso era l’impiegato postale che applicava materialmente i francobolli di posta aerea agli aerogrammi, e riscuoteva la tassa relativa.

Comunque sia, le affrancature comprendenti francobolli di posta aerea perforati sono piuttosto rare, e i documenti di questo tipo rientrano tra quelli ricercati dai collezionisti di perfin più attenti ed esigenti. Ovviamente sono più pregiate le affrancature con taluni francobolli aerei meno comuni. (Fig.4)
Fig. 4 - Raccomandata della Banca Commerciale Italiana di Milano spedita il 21.1.41 a Bogotà (Colombia), col servizio aereo LATI fino a Lima (Perù) - affrancata per 38 lire complessive, con 3 francobolli da 10 lire Imperiale + 3 di posta aerea da 1lira e uno da 5 lire, tutti perforati B.C.I (B33) e annullati dall’Agenzia Postale della Banca

 

Circa le rimanenti affrancature di pregio, si può affermare in generale che se quelle formate da normali francobolli non perforati sono considerate pregiate, a maggior ragione lo sono quelle costituite dai medesimi francobolli, che siano perforati. (Fig.5-6)

 

Fig. 5 - Raccomandata aerea dal Credito Italiano di Firenze spedita a Chicago il 14.5.48 - affrancata per 310 lire con striscia verticale di 3 esemplari del 100 lire + 10 lire Democratica, tutti perforati C.I (C60).

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 6 - Raccomandata aerea del Credito Italiano di Catania spedita a New York il 17.8.48 - affrancata per 265 lire con coppie verticali del 30 lire e del 100 lire Risorgimento + 5 lire di posta aerea del 1945 tutti perforati C.I. (C67).

 

 

 

A titolo d’esempio, si possono citare gli impieghi d’alcuni commemorativi d’alto valore facciale (in qualche caso con sovrapprezzo), degli alti valori di posta ordinaria, e di quasi tutti i pubblicitari. Questi ultimi possono formare affrancature particolarmente pregevoli, se due o tre tipi diversi sono stati usati assieme sulla stessa missiva (Fig.7).

 

 

 

 

 


Fig. 7 - Raccomandata della Banca Nazionale di Credito di Palermo (ex Banca Italiana di Sconto) spedita a Favara (Agrigento) il 4.12.24 - affrancata per 1 lira con 3 pubblicitari (2 Coen da 25c. e 1 De Montel da 50c.) tutti perforati B.I.S (B65). La tariffa è quella del 1° porto di una raccomandata per l’interno.

 

 

 

Di particolare pregio sono anche le lettere di colonie e uffici italiani all’estero affrancate con perfin di alcune banche e società. Sono stati perforati casualmente anche francobolli veramente rari, come il valore di Vittorio Emanuele III da lire 1,75 del 1929 dentellato 13 ¾. Sono al corrente dell’esistenza di una raccomandata della Banca Commerciale Italiana di Bologna, affrancata con questo francobollo perforato.Anche certe affrancature ottenute con valori gemelli o d’emissioni diverse (due re ecc.) possono essere pregevoli, tantopiù se i francobolli sono perforati. (Fig.8)

 

Fig. 8 - Espresso per l’estero della Ditta Carlo Naef di Milano spedito a Schaffhausen (Svizzera) il 4.8.01 - affrancato per 50c. (in difetto di 10c.) con valori gemelli da 25c. L’esemplare di destra è di Umberto I del 1893, andato fuori corso nel 1902, quello di sinistra è di Vittorio Emanuele III emesso un mese prima della data di spedizione. Entrambi sono perforati CN (C84).

Però, bisogna precisare che qualsiasi affrancatura realizzata con perfin, dovrebbe trovarsi su documento intestato dell’azienda titolare della perforazione. Tale stato è quello che reca maggior pregio ai documenti di questo tipo, perché è essenziale che l’impresa che ha usato i perforati sia individuabile dall’intestazione del documento o da un timbro. In generale, soltanto chi aveva perforato i francobolli aveva diritto ad usarli. Diversamente si sarebbe trattato d’impieghi di dubbia legittimità.

L’ultimo esempio di cui vale la pena di parlare, riguarda francobolli di per sé comuni, ma rari se perforati. Si tratta dei francobolli di Vittorio Emanuele II, tipo De La Rue tiratura di Torino che, essendo andati fuori corso alla fine del 1889, possono essere stati usati allo stato di perforati.

In realtà si conoscono pochi esempi d’affrancature con perfin di questa emissione e pochissimi perforati staccati. Infatti, nel 1879 è stata emessa la serie di Umberto I, che ha sostituito quella del precedente sovrano, la quale, però, è rimasta in corso ancora per vari anni, allo scopo di esaurire le giacenze d’alcuni valori.Poiché in Italia l’uso dei perfin è stato autorizzato a partire dal 1882, quando da ormai tre anni si usava la nuova serie, è evidente che possono essere stati perforati pochi francobolli della vecchia emissione, sebbene la stessa fosse ancora in corso.Tenuto conto che dei primi tempi sono giunti sino a noi pochi perfin su documento, si capirà quanto sia difficile trovare missive precedenti il 1890, affrancate con francobolli De La Rue perforati, se si eccettua il 2c. perforato C1 della ditta La Francalettere di Livorno.Tra i vari esempi di affrancature di pregio di cui si è parlato, a corredo di questo scritto viene anche mostrato uno dei più antichi e pregevoli documenti perfin finora scoperti, con unico francobollo da 40c. De La Rue. Il fatto curioso è che il pezzo sarebbe davvero banale se il francobollo non fosse perforato. (Fig.9)

Fig. 9 - Busta della ditta Ulrico Geisser & C di Torino (intestazione al verso) spedita a Genova il 4.10.83 e di qui inoltrata a Roma - affrancata con un 40c. di Vittorio Emanuele II tipo De La Rue tiratura di Torino (2° porto lettera per l’interno) perforato UGC (U8). Si tratta della prima data nota di un perfin su busta intestata, e uno dei pochi casi di francobollo De La Rue perforato.